Condimeteo e territorio:
Tempo sereno, temperatura autunnale, freddo, ma non tanto quanto ci si poteva
attendere a queste latitudini, comunque sopra lo zero. Territorio collinare non
eccessivamente impervio, vegetazione sviluppata, soprattutto a nord.
Preambolo:
Evento organizzato dallo storico club MT, molto vicino a “il Circuito”, tanto
che fino all’ultimo pensavo ne facesse parte. Piccola nota, siamo stati invitati
come interdizione, senza che ci proponessimo di partecipare, segno che abbiamo
lasciato una buona impressione anche quassù: so soddisfazioni pure queste.
Come gli altri eventi degli MT lo scenario era molto articolato: siamo in una
italia post collasso, vige l’anarchia, è terra violenta, e terreno di conquista
dove le multinazionali si spartiscono i propri interessi a danno della
popolazione locale, organizzata in comitati autogestiti.
Gli attori in campo sono:
- Due multinazionali concorrenti in conflitto tra di loro e con il proprio
esercito privato
- La popolazione locale organizzata in bande fuori controllo
- Una forza di polizia multinazionale che cerca di mantenere il controllo senza
troppo successo
In questo scenario si inseriscono 6 gruppi di forze speciali, infiltrate con
l’obiettivo di ricognire e sabotare le istallazioni delle multinazionali.
Briefing alle 9.00 del sabato, inserimento alle 12.00, termine operazioni alle
10.00 di domenica.
Resoconto.
L’allegra brigata parte in van da Roma verso le 16, dopo aver raccattato tutti,
e punta a genova, dove mi unisco anche io, proveniente da Verona.
Cenetta vegana come di costume e poi in auto verso l’agriturismo vicino al
campo, per il meritato riposo…. si fa per dire, co la motosega ingolfata de
Ocelot e la marmitta bucata di Rullo.
La mattina montiamo la bifamiliare del club nella apposita zona e pronti ed
operativi per il briefing, che puntualmente inizia due ore dopo, ma alle 13 si
aprono le porte del tempio ed i leoni entrano in campo.
Ogni squadra fa il suo briefing, check del materiale, radio, armi, foto e
rituali propiziatori (damigiana di tavernello per la compagnia easy…), quindi in
silenzio scivola via.
Ci guardiamo in faccia, si parla poco, siamo tutti carichi, non sappiamo che ci
aspetta la fuori ma di sicuro ci sarà da farsi il culo.
In questo torneo un operatore (Jsoc) deve rimanere nella tenda comando per
coordinare le attività insieme agli altri jsoc degli altri team, ed essendo
l’unico in grado di leggere e parlare italiano è toccato a me…
Li vedo andar via con un pizzico di invidia.
Da qui inizia il mio torneo visto dalla tenda comando, lascio ai ragazzi poi
raccontare il loro torneo sul campo.
Nella tenda, come doveroso, si fa gara a chi ce l’ha più lungo: dal super
tecnologico con traliccio di Radio Maria, occhiali da realtà virtuale e schermo
di minority report, all’old school con piantina in A1 in cornice di mogano,
puntaspilli colorati e carrarmatini del risiko… c’è da imparare di sicuro.
Primo obiettivo: incontrare l’informatore, che sta ovviamente dall’altra
parte della mappa, i sentieri sono sorvegliati dalle FIR nei mezzi, i ragazzi
avanzano lentamente per evitare il contatto, sento altre squadre che segnalano
conflitti a fuoco, morti e catturati, ma noi scivoliamo via. Si sta facendo però
tardi e si rischia di perdere la scenografia allestita, quindi si decide un
rendez-vous con l’informatore a metà strada, insieme all’altra squadra.
Successivamente l’ordine è osservare uno scambio di documenti che avviene tra un
corriere che arriva via aereo ed il cattivone di turno; e così avviene: un
ultraleggero decolla da dietro un capannone industriale su una pista di
atterraggio che nessuno aveva notato, sorvola a bassa quota per una mezz’ora
l’aera operativa, quindi atterra, e ad attenderlo trova due defender neri
circondati da contractor…. mancava solo James Bond, fichissimo.
Tutte le squadre sono appostate per scattare foto e filmare gli eventi, ma la
contro è molto aggressiva e in diverse vengono intercettate e annientate o
catturate… le vedo portate via nei mezzi o sedute incappucciate lungo la pista
di atterraggio: ma non noi.
Scende il sole e cambia brusca la temperatura, ora comincia a fare freddo sul
serio, i ragazzi si cambiano e si riparte, questa volta per ricognire e
distruggere un comando ostile di cui si conosce approssimativamente la
locazione. Di nuovo sulle colline, ci si coordina tra squadre si decide un joint
strike tra noi ed un altro team, lo lasciano pianificare a me… (poveri scemi).
Ma tra le due squadre sbuca un check point motorizzato, si decide quindi di
sopprimerlo, attaccando contemporaneamente, cosa che puntualmente accade.
Peccato che nonostante morti la contro decide di portarsi via due operatori
uccisi dell’altra squadra, boh, nessuno se lo spiega.
Ora cmq siamo insieme, dieci operatori ed un GPS con cervello attaccato
(quindi Ocelot s’è escluso da solo). E’ notte piena, si naviga lentamente e con
i visori, ci dovrebbe essere un sentiero per giungere all’obj, ma c’è solo sulla
mappa, sul terreno non si trova: niente da fare, i ragazzi cercano una strada
alternativa ma dopo diverso tempo finiscono per perdersi. Le comunicazioni
diventano difficili, la stanchezza da poca lucidità ed esce un pò di nervosismo,
concordiamo quindi una coordinata per una esfiltrazione, prendo il pulmino e li
andiamo a raccattare… peccato, primo ed unico reale inconveniente del torneo.
Tornati all’HQ i ragazzi sono devastati dalla stanchezza, ma c’è molta rabbia e
delusione: l’altro team depresso se ne va a dormire, ma noi no: ci guardiamo
negli occhi, nessuno vuole mollare, non abbiamo fatto 800 km per una scampagnata
stile btjo, siamo qui per far vedere chi cazzo siamo e come si gioca a softair.
Con una erezione che non avevo dall’85 vado nella tenda comando per comunicare
che il 9° è pronto a tornare in azione, tra lo stupore generale…. ragazzi che
soddisfazione mi avete dato!. Qualcuno si aggrega a noi, e si riparte, vedo i
ragazzi scivolare via nella notte di nuovo, con ancora più invidia.
L’attacco al comando ostile è un successo, nonostante qualche polemica dei
polentoni che rosicavano per l’assalto devastante e la bruciante sconfitta.
E ora?, l’altro obj è troppo lontano da raggiungere: chiedo ed ottengo il
permesso di caricare la squadra sul pulmino e portarli in prossimità dell’altro
comando ostile #rompemoilculoatutti!.
Carico, e scarico per l’infiltrazione, e così, per la terza volta, rosico nel
vederli andar via… dopo un’oretta tornano, stanchi ma felici: anche l’altro
comando è caduto: ma che ce stavano dubbi???
Rientriamo al campo, albeggia, qualcuno esce dalle tende dopo aver dormito, chi
è rimasto sveglio si avvicina per stringerci la mano (con mia altra epica
erezione).
Qualcuno ne approfitta per qualche minuto di sonno, altri per un tè caldo, ormai
il torneo è concluso. Raccogliamo il materiale e smontiamo la tenda.
Siamo i primi ad essere chiamati nella tenda comando per il debriefing della
DE: che inizia con le scuse ufficiali per le piccole polemiche di gioco e
qualche comportamento antisportivo sul quale avevano indagato per poi darci
piena ragione: chapeau questa si che è serietà e questa è gente degna di
rispetto. Seguono commenti e consigli sull’organizzazione, ma soprattutto i
complimenti sul nostro gioco e sul comportamento in campo, e la promessa di
rivederci presto; usciamo dalla tenda ed altri jsoc si complimentano con noi: ma
avete deciso di farmi venire nei pantaloni!!!??.
Pranzo sociale di rito, premiazioni, quindi tutti sul pulmino verso casa,
stanchi ma soddisfatti.
Bilancio sull’organizzazione positivo nonostante qualche pecca, dovuta forse a
voglia di strafare, oltre a qualche immancabile mela marcia; sul nostro torneo
invece il bilancio è estremamente positivo, nonostante le difficoltà ci siamo
comportate magnificamente, da vera squadra: bravi tutti.