La dark night è stato un evento di 12 ore, dietro le quali si nascondono 5 mesi di
preparazione, togliendo tempo alla vita di Club ordinaria, alla famiglia ed al
lavoro.
5 mesi di sopralluoghi sul nostro campo tanto bello ma tanto ostico da gestire
per un evento hsa, creazione di scenografie, contatti con l'amministrazione,
idee per rendere questa 12h un film che valga la pena di essere ricordato come
nostra personale presentazione in quella famiglia tanto ambita e tanto voluta
che risponde al nome de “IL Circuito”.
È d’obbligo ringraziare tutto il club per l’impegno messo, dai capisaldi del
direttivo che hanno dedicato anima e corpo perché tutto andasse secondo le
aspettative al resto del club che non è stato da meno, facendosi trovare sempre
pronto per ogni evenienza!
Un grazie di cuore ed un abbraccio fraterno va a tutta la Compagnia Easy soft
air team, compagni di risate, bevute, paura e passione in questi 5 mesi.
Infine il grazie più grande va a tutti voi, i team di interdizione e contro che
avete creduto in questo evento, partecipando come team zulù e team di
contro-interdizione!
Vedere le vostre facce stanche ma felici ed i vostri debriefing molto positivi,
ci ha ripagato di tutto !
Nella speranza di godere ancora della vostra compagnia, siamo orgogliosi di
poter affermare che il Lazio ha ufficialmente il suo evento targato il circuito
!
Dark night dies irae
T.N.T. Torino
Bene dopo esserci ripresi da un week end intenso possiamo scrivere qualcosa su
"Dark Night".. complimenti agli organizzatori Compagnia Easy e 9 Incursori, un
bellissimo gruppo di pazzi e di geni che hanno collaborato per il loro primo
evento MSA targato Il Circuito. Un evento riuscito alla grande, partendo
dall'infiltrazione con sorpresa per poi finire con una botta di adrenalina nell'
esfiltrazione. Bravissimi avete curato tutto nei minimi dettagli. La nostra
missione non e' stata perfetta, ma ci siamo ugualmente divertiti. Grazie,
finalmente il Circuito e' arrivato anche nel Lazio. Daje!!!
Un abbraccio a tutti!
*Lara*
Zarruele Softair Team
Un weekend che ricorderò per sempre, ho la testa così piena di emozioni che
fatico a tramutarle in parole.
Sono stati tre giorni intensi, carichi di Emozioni, di Amicizia e Fratellanza.
Tre giorni che andrebbero riproposti ciclicamente sotto consiglio medico per
quanto siano rigeneranti per il corpo ma soprattutto per la mente.
Vederci tutti insieme a tavola il venerdì sera come una vera Famiglia mi ha
quasi commosso, ho voluto imprimere questa istantanea nella mia testa perché
riassume cosa sia il Soft-Air, l’Amicizia e soprattutto il rispetto per noi
Zarruele.
Un grazie di cuore quindi alla Compagnia Easy soft air team e al 9 Incursori
Softair perché l’evento che hanno messo in pedi è stato qualche cosa di unico ma
soprattutto passionale.
Stando dietro le quinte ho potuto notare come l’aria che si respirava era “come
piace a noi”, sempre cordiale, accomodante ma nello stesso tempo seria e
precisa. Il campo poi davvero magnifico, non si sarebbe potuto chiedere di
meglio.
Grazie a tutti i ragazzi del 9° Incursori per essere quello che sono, grazie per
averci fatto sentire parte del vostro gruppo e per le grasse risate la notte
intorno al fuoco! Un ringraziamento speciale a Jager ( Fabrizio Peroni ) per la
precisione metodica nel pianificare la logistica, l’organizzazione dell’evento e
per la passione che ci mette in questo magnifico gioco che è il Soft-Air! Giù il
cappello!
Grazie a TUTTI i ragazzi della Compagnia Easy, sono MOLTI anni che ci conosciamo
ma questa volta è stato Epico; rivedervi e “vivervi” è stato meraviglioso e
spero possa succedere nuovamente a breve! Un grazie particolare al mio
Comandante Alessandro Jag Fernandez che mi ha sopportato in HQ, è stato davvero
un piacere ed un onore lavorare al suo fianco! Grazie a Marco Carioli “Padrino”
per tutto quello che ha fatto per farci sentire a casa, sapremo sicuramente
sdebitarci! Grazie anche al mitico Puffo e a Brich per essere stati
semplicemente stupendi per tutta la durata della manifestazione. Grazie a Rich
che ha voluto testare la resistenza fisica mia e di Jack, al suo temperamento
burbero che nasconde però un cuore d’oro. Infine grazie a Mr. Jerico Bull
Rinaldi per tutto, ma proprio tutto! Mi hai insegnato tanto.
Grazie ai ragazzi del Tactical Team - softair - Como, vedervi è sempre stupendo,
in occasioni del genere poi si dà sempre il meglio! Un abbraccio a Gatto e Osso,
la cosa che mi fa impazzire è che sono sempre loro stessi anche dopo moltissimi
anni di Amicizia!
Grazie anche a Marine degli Uruk-hai che ho avuto il piacere di conoscere, sono
certo ci rivedremo molto presto!
Grazie a tutte le pattuglie di interdizione che si sono messe in gioco e che
hanno capito e colto in pieno lo spirito di questo evento, siete stati tutti
semplicemente perfetti. Mi ha fatto piacere rivedere dopo molto tempo il Team
dei Sardinia Island con qualche capello bianco in più ma sempre sul pezzo (
Enrico Cortesi ) !
Un grazie a tutti i ragazzi del Circuito per credere sempre così fortemente in
questo meraviglioso progetto che va assolutamente al di là del Soft-Air.
Ma il grazie più grosso lo voglio fare ai miei ragazzi che si sono messi in
gioco sia in attacco che in difesa, siete stati tutti davvero meravigliosi, non
vi siete mai risparmiati e questo è il ricordo più bello che porterò nel mio
cuore. Un grazie speciale a mio Fratello Massimo Jack Laini, l’ultimo periodo
non è stato dei migliori per lui e la sua famiglia ma, come insegna sempre a
tutti, non bisogna mai mollare e per l’ennesima volta l’ha dimostrato.
Concludo perché come al solito quando mi parte l’embolo emozionale andrei avanti
a scrivere per ore.
Guardando le persone al pranzo di domenica mi sono accorto che i capelli della
maggior parte dei presenti sono tinti di bianco. Questo vuol dire che le persone
che cercano di mandare avanti un certo tipo di Soft-Air stanno invecchiando. La
preghiera che spero di vedere esaurita nel futuro è che si cerchi di non far
morire questa “forma-mentis”, questa voglia di intendere il nostro gioco, perché
è una delle cose più belle del mondo.
Giovanni Rozzilla Scalabrini
Debriefing Dark Night Operation: Dies Irae Raiders TST
Zulu - 5
Per noi, la Dark Night rappresenta il secondo appuntamento
con il concetto di softair che stanno portando avanti quelli de Il Circuito. La
nostra “prima volta” fu Operazione Prometheus, organizzata dal mitico Giulio De
Carolis e i suoi Indians: evento bellissimo, realistico e molto impegnativo dal
punto di vista fisico! Quando ci arriva la mail con l'invito (eh si, per
accedere al Circuito bisogna essere invitati) a Dark Night, l'entusiasmo sale
subito alle stelle. La brutta notizia, però, è che sono richiesti solo quattro
operatori...cosa che non riesco proprio a mandar giù, perchè eventi come questo
rappresentano delle opportunità ghiottissime per poter testare, in modo serio e
concreto, l'affidabilità del proprio equipaggiamento. Ed è un'esperienza che
dovrebbero fare tutti. Pazienza, ci saranno altre occasioni... Il book missione
è ben scritto e coinvolgente, lo scenario in cui andremo a operare molto
realistico. Un lavoro ben fatto e molto curato, in netto contrasto al disarmante
pressapochismo che caratterizza il softair di ultima generazione (ma neanche
tanto ultima). La missione: un noto trafficante serbo, Zatlan Milovic è in
possesso di un sistema d'arma speciale russo in grado di neutralizzare i più
moderni UAV. La brutta notizia è che sta trattando la vendita di tali sistemi
coi dei capi tribù talebani, in una zona boschiva tra la Lettonia e la
Bielorussia. La CIA attiva un team SOG col compito di “ridimensionare” le
ambizioni di Milovic.
Arriviamo al punto di raduno previsto dall'organizzazione,
il cimitero di Formello, con largo anticipo. Il che ci permette di riabbracciare
e scambiare due chiacchiere con vecchi amici, quelli che vedi solo in queste
occasioni e per i quali il tempo sembra non passare mai. Intanto ci vengono
distribuiti gli ultimi accessori che ci serviranno per lo svolgimento della
missione: panetti di esplosivo C4 completi di detonatori, un radiofaro, una
chiavetta USB e il canale radio con relativo callsign: noi saremo ZULU 5. Ci
prepariamo, indossiamo l'equipaggiamento e ricontrolliamo le ultime cose: in
fase di pianificazione, visto il terreno non proprio facile, abbiamo deciso di
entrare leggeri, portandoci lo stretto necessario. Io ho optato per un chest rig
low profile, della DBT, con 4 serbatoi (più uno inserito nella carabina Mk18),
radio, qualche altro oggetto di pronto uso nelle tasche utility e il PVS14. Nel
Camelbak MULE ho una PCU Liv5, le cariche di C4, la documentazione per la storia
di copertura e tre litri d'acqua. Fondina tattica e pistola rimangono nel
borsone. Ci chiamano per il briefing pre-missione e ci comunicano subito dei
cambiamenti: una delle due piste, non sappiamo se droni o eliporto, è stata
spostata per cause di forza maggiore, ci fanno vedere la nuova destinazione,
raccomandazioni del caso e aspettiamo la chiamata per l'imbarco. Mi apparto coi
ragazzi per rimodulare, eventualmente, il percorso pianificato, ma notiamo che
in realtà l'obiettivo è stato spostato di poco, non influisce in modo
significativo sulla tabella di marcia. Beh, meglio così...ripassiamo la storia
di copertura e attendiamo. Mentre sorseggio una Redbull, la radio gracchia:
<<Zulu 5, recatevi al RV col nostro contatto alleato. Prendete la stradina a sud
est e seguitela...lo incontrerete li. Muovetevi adesso.>> <<Zulu 5 Oscar Mike,
chiudo.>> Bene, da adesso si fa sul serio. In fila indiana imbocchiamo la
stradina indicata. Dopo un po', la strada si divide in due, alla biforcazione
incontriamo un uomo in abito talare, fermo davanti a un SUV di colore scuro. Non
mi piacciono i preti, maledizione...non mi sono mai piaciuti, ma è chiaro che si
tratta del nostro contatto e, con una certa riluttanza, ci avviciniamo.
L'INSERZIONE. Il nostro amico è in realtà molto gentile, ci
ricorda che si tratta di una missione estremamente rischiosa e tutta la zona è
pesantemente pattugliata (ma guarda un po'...). Si raccomanda di fidarci degli
agenti sottocopertura che ci daranno supporto, da loro non avremo nulla da
temere. Ci indica di procedere sulla strada dove troveremo chi si occuperà del
nostro trasporto.
Non abbiamo altra scelta, dobbiamo fidarci. Dopo circa un
centinaio di metri di stradina asfaltata, un tipaccio barbuto davanti ad un
furgone, attira la nostra attenzione, gridando con spiccato accento russo <<Hey,
Superman...vieni qui, Superman...io trasporto tutto: caffè, frutta, donne e
Superman...>> spalanca la porta del furgone rivelando un doppio vano
sapientemente nascosto tra sacchi di caffè. Sorride mostrando una fila di denti
bianchissimi...che figlio di puttana! Ci sistemiamo dentro seguendo le sue
istruzioni <<...e mi raccomando, Superman: tu non aprire mai sportello, mai!
Faccio tutto io, capito Superman?>> Chiude il portellone, mette in moto e
partiamo. All'interno è buio e nessuno parla. Gli ordini missione ricevuti dal
Comando Operazioni non specificavano nessun punto di inserzione, quindi dobbiamo
affidarci esclusivamente a questo tizio e alla sua bravura nell'evitare
possibili posti di blocco. Sperando che non ci abbia già venduti. Mentre scaccio
con forza quest'ultimo pensiero, il furgone rallenta e si ferma. Sentiamo altre
voci, è un posto di blocco e non sembrano per niente amichevoli. Bussano
ripetutamente sul cassone, mentre l'autista farfuglia qualcosa. Io, invece, mi
maledico per aver mollato la Glock 17... Nel frattempo gli animi sembrano
scaldarsi, qualcuno grida...stanno litigando? Boh...noi, intanto, spianiamo le
carabine contro lo sportello, in caso qualcuno decida di togliersi la curiosità.
Improvvisamente il mezzo accellera, partendo in velocità, sballottandoci per
tutto l'abitacolo. La strada diventa sconnessa ed è difficile mantenere
l'equilibrio. Ci “shakera” per benino per una decina di minuti, poi si ferma. Lo
sportellone si apre <<Siete arrivati, Superman...di più non posso portarvi!>>
Cominciamo bene...
Ci leviamo velocemente dalla strada e ci infiliamo sotto
degli alberi per fare il punto della situazione. Durante la fase di
pianificazione avevamo capito che ci avrebbero inserito lungo la strada comunale
che costeggia la parte occidentale dell'AO e avevamo piazzato dei waypoints nei
pressi di quelli che, secondo l'analisi delle ortofoto, potevano essere degli
accessi. E infatti, l'autista ci ha mollato proprio nei pressi di un waypoint
precedentemente individuato. Il fatto di aver spostato l'obiettivo era del tutto
irrilevante, in quanto proprio lungo la strada pianificata. Scavalchiamo la
staccionata e ci buttiamo nel bosco, verso il primo obiettivo.
IL DRONE. Risaliamo paralleli alla strada comunale, verso
nord, in fila indiana. Andrea apre la strada, con mappa e PVS14 calato sugli
occhi, poi io, Mario e infine Fausto che chiude in retroguardia. Il sentierino è
molto comodo e pulito, avanziamo abbastanza spediti per poi dirigerci a est,
verso l'obiettivo. Seguiamo la stradina fino a quando vediamo le luci delle
torce delle sentinelle e capiamo subito che stanno venendo proprio nella nostra
direzione. Questo è un bel problema: il sentiero sul quale ci troviamo è
recintato a destra dal filo spinato e a sinistra non c'è modo di coprirsi.
Cercando di non fare troppo rumore, torniamo indietro fino a quando non troviamo
un'apertura e ci tuffiamo nella discesa. Di quelle sentinelle, nel frattempo,
nessuna traccia. Decidiamo di avvicinarci all'obiettivo dal bosco, lasciando
perdere la strada e, con mooolta cautela, cominciamo l'avvicinamento: io e
Andrea ci manteniamo paralleli alla strada, mentre Mario e Fausto si addentrano
nel bosco per cercare di dare un'occhiata più da vicino. Mentre siamo li che
cerchiamo di capire di cosa si tratta (da OpOrds non sapevamo l'esatta
ubicazione degli obiettivi, ma solo una zona delimitata), una delle sentinelle
alza l'arma e spara una raffica in direzione di Mario e Fausto. Non faccio in
tempo ad afferrare il PTT per comunicare, che parte un'altra raffica, di
risposta, dalla posizione dei nostri. <<Non siamo noi...ripeto, non siamo noi.
Non stanno sparando a noi!!!>> mi avverte Mario via radio <<C'è un'altra Zulu,
qui...e noi siamo in mezzo!>> Che cazz... Mentre lo scontro si inasprisce, ci
mettiamo buoni ad aspettare che le acque si calmino. Nel frattempo Andrea, il
navman, mi fa notare che abbiamo un bel problema: se interviene la FIR, qui si
riempe di tangos e ce la vedremmo davvero molto male. Ma il grosso caxo
è che, quando stilammo il piano, quell'obiettivo doveva trovarsi
più a nord. Adesso, invece, trovandosi proprio in mezzo al percorso, dobbiamo
attraversarlo o tornare indietro “allungando un po'”. Conosco Andrea, è un
inguaribile ottimista:<<Un po' quanto?>> gli chiedo, in modo abbastanza
retorico. <<Esplosivo piazzato... dobbiamo andarcene velocemente...>> irrompe
Mario nell'interfono <<Qua è pieno di gente incazzata!>> Li sento correre nel
sottobosco, mentre i fasci di luce illuminano nella nostra direzione. Dobbiamo
decidere in fretta! <<A tutti, torniamo indietro, sulla strada. Rally point
sulla strada...>> <<Copy, ci vediamo li>> Mario e Fausto si sganciano mentre li
copro riparato da un tronco. Le torce si avvicinano. Fausto mi passa vicino e mi
da una pacca sulla spalla sussurrando <<ultimo>>, poi mi alzo ed indietreggio,
mentre Andrea spiana la M4 coprendomi la ritirata. Nessuno spara, non ci hanno
visto. Forse ci sentono, ma non sanno dove siamo. Facciamo un centinaio di metri
e gli inseguitori desistono. Noi tiriamo il fiato: il primo obiettivo è andato!
MONTE MUSINO. Proseguiamo a nord, ci gustiamo lo spettacolo
che ci offre la vallata dove doveva trovarsi il drone, ci riposiamo un po',
mastichiamo qualche barretta e puntiamo a est, verso Monte Musino. Siamo stati
fortunati, nonostante sia una notte senza luna, il cielo è limpido e pieno di
stelle, il che ci permette di viaggiare abbastanza spediti, senza dover
indossare i PVS14 e, tranne un fugace incontro con un cinghiale, tutto fila
liscio. Prendiamo il sentiero a ovest di Monte Musino e cominciamo la salita,
neanche tanto ripida, in realtà, a dispetto di quello che ci aspettavamo. Andrea
in testa, io, Mario e Fausto in retroguardia, avanziamo in fila indiana, lenti e
coi PVS14 calati sugli occhi. <<Capo, contatto...50 metri, ore 4, in
avvicinamento.>> è la voce calma di Fausto. Mi giro e li vedo: sono in due,
camminano tranquilli, non ci hanno visto. <<Copy, continuiamo...tienili
d'occhio.>> <<Wilco.>> Il stradina curva a sinistra, si intravede un tenue
chiarore, tipico segno di obiettivo illuminato. Ci fermiamo, Fausto si sposta
dietro un grosso albero per controllare meglio la strada alle nostre spalle, io
mi accovaccio dietro un cespuglio, Mario e Andrea vanno a vedere di quale
obiettivo si tratta. <<Capo, si avvicinano, sono veloci...>> mi avverte Fausto,
con la sua tipica flemma. Si, li vedo anch'io, ma sembra che non ci abbiano
visto. Magari se ne vanno. <<Cosa abbiamo?>> chiedo a Mario. <<E' un PC, dev'essere
l'hard disk da prelevare...>> Le sentinelle sono sempre più vicine. <<Capo, sono
molto vicini...che faccio?>> mi avvisa Fausto. <<Aspetta...>> spero ancora che
se ne vadano, ma invece quelli continuano dritti dritti nella mia direzione, li
sento chiacchierare tra di loro. Ad un certo punto, uno dei due solleva la
torcia e mi illumina in pieno, accecandomi. <<Adesso, Fausto...prendili!>> Basta
una piccola raffica della H&K 416 per mettere i due KO, nello stesso tempo
Andrea mi comunica che hanno preso l'HD del PC, li raggiungiamo e imbocchiamo il
sentiero che scende a sud-ovest del Musino. Non passa molto tempo per renderci
conto in che razza di guaio stiamo per cacciarci: il sentiero sparisce e si
trasforma in una ripidissima discesa, il terreno morbido e friabile mette a dura
prova caviglie e ginocchia. E quasi sono contento che sia così buio, perchè di
giorno col caxo l'avrei fatta una discesona simile! Come se non bastasse, dal
nulla, alle nostre spalle, compaiono le luci della seconda pattuglia di
sentinelle che, se non ci hanno visto grazie all'oscurità, sicuramente ci hanno
sentito mentre scomodiamo i santi di tutti i calendari conosciuti! Cerchiamo di
accelerare il passo, ma è impossibile muoversi senza cadere ed il rischio di
farsi male e compromettere la missione è altissimo.
Poi, alla nostra sinistra, a meno di una 50ina di metri,
compaiono altre luci. <<Caxo, è il campo base della contro!>> sussurra Mario
nell'interfono, con una venatura di orrore nel tono di voce. Ah, ma bene: tango
dietro, sempre più veloci (ma come caxo fanno, 'tacci loro...) e tango a
sinistra. <<Ignoriamoli e andiamocene, forza!>> Finito il discesone, la
vegetazione si fa più rigogliosa ed è più facile camminare, mi giro e noto con
piacere che i nostri inseguitori sono spariti. Arriviamo alla staccionata e ci
troviamo ad un incrocio, con auto parcheggiate, ci troviamo proprio ai limiti
della AO: il sentiero alla nostra sinistra va ad ovest, verso il campo base
della contro, due strade asfaltate si dirigono a sud, uscendo dall'area
operativa, mentre quello alla nostra destra porta all'obiettivo successivo. Ed è
qui che la merda tocca il ventilatore: dal sentiero est stanno rientrando delle
sentinelle! Situazione di merda, posto di merda, con nascondigli di merda... Io
cerco di infilarmi sotto una macchina, Fausto si schiaccia dietro una
utilitaria, imitato da Mario e Andrea. Serve a poco, ci vedono e partono
raffiche. Grazie al fattore sorpresa abbiamo facilmente ragione, ma dal campo
base hanno sentito e scatta l'allarme. Ci allontaniamo rapidamente, seguendo il
sentiero che porta a est, ma una coppia di sentinelle ci è alle calcagna...e
anche loro sono maledettamente veloci! Ce li portiamo dietro per un bel po',
escludo l'idea di farli passare, perchè tanto poi ce li ritroveremo davanti. La
soluzione la da Andrea con <<Oh, questi hanno rotto la mamma del cazzo...>>. Io
concordo, caliamo i PVS14 e ci appostiamo.
L'ELIPORTO. Arrivano, sono in due e vanno troppo veloci per
capire che stanno cadendo in trappola. Li eliminiamo abbastanza fretta e ce ne
andiamo. Ma, ahimè, non ci rendiamo conto di essere troppo vicini all'obiettivo
(scopriamo dopo che si tratta dell'eliporto) e che le guardie sono entrate in
allerta, sciabolando tutto il circondario con potenti torce! Ci avviciniamo un
po' sperando di far calmare le acque, ma sento chiaramente che chiamano
rinforzi. Ci tocca ballare... Ingaggiamo le sentinelle, che però erano preparate
e rispondono efficacemente al fuoco, muovendosi e coprendosi. Arrivano le FIR:
una, due, tre pattuglie...il vantaggio tecnologico dei visori notturni viene
azzerato dalle torce dei tangos, che sono sempre più numerosi! La situazione
peggiora: prima viene colpito Andrea, poi Mario. Io svuoto il caricatore per dar
modo a Fausto di imboscarsi sotto un cespuglione, nel buio. Colpisco un paio di
avversari, un altro viene falciato da fuoco amico, ma sono comunque fottuto ogni
oltre immaginazione. Vengo colpito, accendo la luce rossa di segnalazione e
raggiungo gli altri nell'apposita piazzola. Mi stupisco nel constatare il numero
di operatori colpiti, nelle fila della contro. Guardo l'orologio ed è passata
un'ora! Un'ora di sparatoria su quel caxo di eliporto, con tutta la FIR del
campo base attivata... Comincio a ripassare mentalmente la storia di copertura,
e invece tiriamo TUTTI (anche la contro!) un sospiro di sollievo quando Fausto
elimina l'ultimo tango, piazza il radiofaro e chiudiamo la storia col fottuto
eliporto!
SAM. Tiriamo dritti a sud, facciamo una breve pausa su una
collinetta prima di puntare a nord, verso il nuovo obiettivo. E' una notte
bellissima, il cielo terso e pieno di stelle e l'orizzonte è un tripudio di
lucine gialle dei paesi limitrofi. Approfitto per svuotare la vescica, mangiamo
qualcosa e riequilibriamo i liquidi. Do un'occhiata al mio Suunto Core All Black:
passata da poco la mezzanotte, abbiamo ancora 6 ore prima dell'alba. Siamo
decisamente a buon punto. Puntiamo a nord scendendo nel vallone, alla fine del
quale imbocchiamo un sentierino che sale a zig zag. Davanti a noi percepiamo un
movimento, abbassiamo i PVS14: si tratta di un'altra Zulu, nessuna minaccia.
Saliamo ancora e in cima alla collina, in bella vista, troviamo la batteria SAM
armata di missili S-400. Ci sistemiamo in copertura, Mario prende dal mio MULE
un panetto di C4, lo innesca e lo posiziona. Riprendiamo quel comodo sentierino,
per scendere. Di fatto, dobbiamo
tornare indietro per raggiungere gli ultimi due obiettivi.
Affrontiamo la discesa, abbastanza ripida lentamente, facendo attenzione a non
perdere l'equilibrio o scivolare (siano benedette le Asolo Fugitive e il loro
straordinario sistema di ritenzione della caviglia!), quand'ecco che compaiono,
in avvicinamento, le sentinelle del sito. Scapicollandoci raggiungiamo la
stradina e cerchiamo riparo alla meno peggio, ma quelli ci hanno sentito e
accendono le torce, di quelle serie che fanno luce per davvero, neutralizzando i
PVS14. Non abbiamo altra scelta e apriamo il fuoco, colpendone subito uno, gli
altri due si riparano. Nonostante abbiano flashlights molto potenti, non
riescono ad individuare le nostre posizioni, sparano alla cieca. Nel frattempo
riesco a seccarne un altro. Il terzo spegne la luce e si congela. Ottimo è
proprio quello che volevamo, attiviamo i visori, lo individuiamo (la sua BDU
nera ne risalta la sagoma) e lo eliminiamo piuttosto in fretta. Ci allontaniamo
più in fretta possibile, onde evitare altre spiacevoli incontri. Gli ultimi due
obiettivi della missione si trovano a sud.
USB KEY. Seguendo il piano d'azione, decidiamo di andare
sull'obiettivo più a sud, in quanto l'ultimo obiettivo (secondo la nostra
tabella di marcia) è quello più vicino alla Exfil Zone. Essendo di strada, diamo
anche una sbirciatina: lo identifichiamo come Deposito Armi, individuiamo il
campo base delle eventuali FIR e la mappa digitale ci conferma la possibilità di
sganciarci sul suo lato ovest, sfruttando il bosco per sfuggire alle pattuglie
di rinforzo, qualora siano attivate. Arriviamo ad una costruzione in lamiera,
sembra un magazzino abbandonato, continuiamo lungo la strada, ancora a sud, il
terreno collinare ci permette di nascondere bene i nostri spostamenti, poi
tagliamo a ovest, verso l'obiettivo. Per esclusione, a questo punto sappiamo che
si tratta di infiltrarsi nella struttura dove si trova il PC di Milovic e
copiare su apposita USB la lista dei suoi clienti. Lo schema è sempre quello:
obiettivo, illuminato, due coppie di sentinelle che pattugliano la valle in
direzioni diverse e, a circa 200mt, il campo base con FIR pronta all'intervento.
Fausto e Andrea si occuperanno del PC, mentre io e Mario ci spostiamo un po' più
a nord, imboscati tra i cespugli col duplice scopo di offrire copertura e di
bloccare eventuali rinforzi nemici. Il problema è che, per raggiungere il PC,
Andrea e Fausto devono attraversare il vallone, col rischio di essere sgamati
dalle sentinelle, ma è un rischio che dobbiamo correre. I due partono, io e
Mario teniamo d'occhio le sentinelle coi PVS14. A metà strada, la coppia di
tangos più lontana si gira e comincia a tornare indietro. Pare non accorgersi
delle due sagome che si avvicinano furtive alla tenda. <<PC trovato, avviamo la
procedura di download...>> mi informa Andrea via radio. Nel frattempo, anche
l'altra coppia di sentinelle rientra. Una delle guardie ha il volume della radio
altissimo, sentiamo chiaramente la comunicazione <<Accellerate, mi sa che c'è
qualcuno nella tenda!>> Mario accende il laser IR del DBAL, sulla sua MK18, e
comincia a segnare le guardie. Poi, all'improvviso la caratteristica raffica
della H&K 416 di Fausto rompe il silenzio, vedo le sentinelle del lato nord,
quelle più vicine a loro, che accendono la luce rosse per segnalare i colpi
andati a segno. Io e Mario apriamo il fuoco su quelli a sud, ma li manchiamo. <<
Allarme! Allarme! Fate intervenire la FIR!>> E te pareva? La scaramuccia si sta
prolungando un po' troppo, cerco di cambiare posizione. Sento Andrea in cuffia
<<Anto, vedo la FIR in arrivo...sono a centinaia!!!>> Nel frattempo Mario ha
eliminato i due tango lato sud e mi raggiunge. <<Occhio, FIR in arrivo...Andrea,
quanto manca al download, interrogativo.>> <<Siamo al 2%...>> Si, ciaone... Una
pattuglia di tre operatori ci passa davanti, tutta concentrata verso la tenda
dove si trova il PC, la seghiamo con estrema facilità, ma altri tre si allargano
a nord, costeggiando il bosco, sono troppo lontani. <<Datevi una mossa ragazzi,
state per avere visite: sono in tre e sono troppo lontani per noi...>>
<<Copy, quasi fatto...>> I tre della FIR avanzano
coprendosi a vicenda, ci sanno fare. Partono le prime raffiche, uno viene
colpito. Gli altri due spengono le flashlights e si nascondono. Sono ben
coordinati, la tattica è: uno illumina e l'altro spara brevi raffiche. Poi
partono le raffiche irregolari della M4 di Andrea, è chiaramente un fuoco di
copertura. <<Abbiamo finito, ci sganciamo!>> è Fausto, un po' affannato. <<E' un
roger, ci vediamo al rally point!>> Nella luce verdastra del PVS14 vedo le due
sagome che si allontanano velocemente seguendo il limitare del bosco, verso sud.
Attraversano il vallone, ci ricongiungiamo e esfiltriamo dalla zona obiettivo
ripercorrendo la strada dell'andata. Ormai lontani, mi giro per controllare la
situazione: attorno alla tenda e nel bosco adiacente è tutto uno sciabolare di
torce alla ricerca di intrusi. Adiòs amigos!
DEPO MUNI. Ci allarghiamo e ci dividiamo in due coppie: io
e Andrea attacchiamo da sud est, mentre Mario e Fausto attaccano da sud ovest.
Avanziamo in campo aperto, con le carabine spianate. Le sentinelle vedono per
primi me e Andrea e mentre le teniamo impegnate, Mario e Fausto abbattono
facilmente tutto il dispositivo di guardia. Inneschiamo l'ultimo panetto di C4 e
via. Facile e veloce. In lontananza vediamo intervenire la FIR. Come
pianificato, basta spostarci sul lato ovest e buttarci dritti nel bosco per
seminarli, tanto sono lontani. Ed è quello che facciamo, scoprendo, con orrore,
che tutto il limitare del bosco è sbarrato da filo spinato alto un metro e mezzo
e impossibile da attraversare. Non di fretta, almeno! Mr Murphy ce l'ha messo in
culo, con la sabbia... <<Facciamoli fuori e andiamocene!>> Ci allarghiamo, ci
sparpagliamo e con l'aiuto dei visori selezioniamo i bersagli. La schermaglia è
breve, ma intensa e ne stanno arrivando altri. Eliminati gli inseguitori,
scavalchiamo e ci dileguiamo nel bosco. Stanchi e un po' infreddoliti, ci
scegliamo un punto sicuro dove effettuare LUP in sicurezza e attendiamo l'aba,
per muoverci verso la Exfil Zone. Alle ore 0700, attiviamo la procedura per l'esfiltrazione:
<<Archangel, Archangel, qui Zulu 5.>> <<Avanti Zulu 5...>> <<Alba Rossa. Ripeto
Alba Rossa...>> <<Zulu 5, seguono coordinate per il punto di recupero...avete 10
minuti! Over.>> <<Copy Zulu 5 chiude!>> Dark Night: missione compiuta!
CONCLUSIONI. Gli eventi targati Il Circuito sono strani: si
tratta di manifestazioni complesse, eppure le regole sono poche e non ci sono
arbitri sugli obiettivi o al seguito delle pattuglie di controinterdizione,
l'ambiente è amichevole, i colpiti si dichiarano (si, anche di notte, pensate un
po'!), non si vince nulla, non ci sono classifiche, tutto fila liscio. E quando
esfiltri hai un sorriso ebete che ti porti appresso per tutta la settimana
successiva. Il sorriso di chi ha partecipato a qualcosa di veramente grandioso e
altamente simulativo. Non importa se hai portato a termine o meno la missione,
non c'è nessuna gara. L'importante è divertirsi, mettendosi alla prova. Certo,
bisogna essere preparati: avere un buon equipaggiamento aiuta sicuramente, come
aiuta saper navigare o leggere una mappa, o far parte di un team affiatato.
Sicuramente non è per tutti, occorre infatti possedere “una certa mentalità”, ed
è quella mentalità che fa la differenza. Che permette agli eventi come Dark
Night di essere liberi da regolamenti castranti ed arbitri frustrati, per essere
gustati appieno, godendone tutte le sfumature. Ed ecco perchè agli eventi del
Circuito si accede solo su invito.
Siamo onorati di aver preso parte a Dark Night (per noi
seconda esperienza nel Circuito) e ringraziamo gli amici della Compagnia Easy e
del 9no Incursori per averci dato questa bellissima opportunità. E' stato un
piacere rivedere vecchi Amici, quelli che la A maiuscola è doverosa, e scoprirne
nuovi. Ci siamo divertiti come non accadeva da anni! Ma soprattutto è stato
confortante vedere che il softair, quello fatto come piace a noi, è ancora vivo
e in ottima salute.
Hurrà per Il Circuito!!!