Nella splendida cornice delle campagne pistoiesi, si è
svolto l’evento in epigrafe, assimilabile alla categoria
“Hard Soft Air” organizzato dai Dragonforce.
L’infiltrazione ebbe luogo alle 10.45 del sabato per
mezzo di un furgone, che ci trasferì nell’Area
Operativa. Il cielo grigio non prometteva nulla di
buono, di li a poco infatti, cominciò a piovere, ma la
cosa non ci dispiacque; valutammo che lo scrosciare
dell’acqua avrebbe coperto l’inevitabile rumore generato
dal nostro incedere sulla distesa di foglie e rami
secchi, che circondavano gli OBJ da conseguire in
modalità stealth.
Acquisiti vari WP, ci dirigemmo verso l’OBJ “Luxor” dove
avremmo dovuto far saltare un laboratorio ed eliminare
il professore responsabile della produzione del virus
Chimera. Mentre la marcia procedeva, osservavo stupito
gli splendidi monumenti naturali che si stagliavano
all’orizzonte; il paesaggio era costituito per lo più da
conifere ad alto fusto ed a causa della ridotta distanza
che intercorreva tra gli alberi, la luce che filtrava
all’interno del bosco era assai poca; addirittura in
alcuni tratti sembrava che le ombre della sera si
fossero destate prima del tempo.
Dopo aver effettuato
una recon intorno all’OBJ, decidemmo di attaccare dal
punto che a noi sembrava più favorevole ed avuto il
benestare dall’ HQ per l’ingaggio, cominciammo ad
avanzare cercando di ottimizzare le risorse mantenendo
una cadenza di fuoco breve e regolare.
Sapevamo che
gareggiare con un uomo in meno ci avrebbe costretto ad
abbandonare qualsiasi velleitaria tattica di
aggiramento; fu così che, spalla a spalla, optammo per
un fuoco pesante diretto da un’unica direzione.
La
contro interdizione, composta da quattro elementi
compreso il professor Luxor, non sembrava voler mollare,
ma uno ad uno caddero; una sola perdita tra le nostre
fila.
Potemmo così far saltare il laboratorio, ma
sapevamo che era solo l’inizio e non c’era da montarsi
la testa (l’umiltà premia sempre), quindi procef
verso altri WP consci del fatto che molta sarebbe stata
ancora la strada da percorrere.
Valutammo che l’OBJ del Colonnello Keope doveva esser
conseguito con la luce del giorno a causa della sua
complessità; le direttive di missione prevedevano di
catturare un veicolo, sostituirsi agli occupanti, a cui
avremmo dovuto sottrarre gli abiti al fine di eludere la
scorta che proteggeva l’ufficiale ed infiltrarci in
territorio ostile. Prelevato il Colonnello saremmo
entrati in possesso di importanti codici, fondamentali
per il disarmo di alcuni missili.
Srotolata la bandella atta ad arrestare il veicolo da
catturare, ci disponemmo a triangolo così da sviluppare
un fuoco che avrebbe investito a 360 gradi la CI.
Virus
si piazzò sulla strada fronte alla Jeep, io e Kuio ci
appostammo speculari sul ciglio della stessa. In un
silenzio gravido di attesa, rotto solamente dai tuoni
che rimbombavano nella valle, udimmo finalmente il rombo
della Jeep che si avvicinava; scesero due guardie
armate, una fu centrata da Kuio, l’altra la colpii poco
dopo… ingaggio finito!
Purtroppo qualche pallino impattò
sulla Jeep e questo avrebbe messo in allarme la scorta
del colonnello Keope che inevitabilmente avrebbe
provveduto ad eliminarci non appena scesi dal veicolo.
Presi i berretti delle guardie e qualche altro segno
distintivo utile al travestimento, con Kuio salimmo sul
mezzo, mentre Virus rimase nel luogo dell’imboscata
occultato. Arrivati davanti alla residenza del
colonnello Keope, capimmo che la copertura era saltata a
causa dei colpi diretti precedentemente sulla Jeep.
Quanto accadde in seguito fu eseguito con estrema
sintonia e velocità. Spalancato il portellone posteriore
del veicolo, scendemmo simultaneamente centrando le
guardie con due raffiche; Kuio si diresse verso il
colonnello Keope intimandogli di gettare l’arma e io mi
disposi a presidio nel caso fossero intervenute altre
forze ostili. Ottenuti i preziosi codici per il disarmo
del missile, recuperammo Virus e ci dirigemmo verso la
postazione missilistica passando per il WP “vetta”.
Capii solo dopo il perché di questo nome: per
raggiungerlo dovemmo affrontare una salita con una
pendenza del 70% che provò duramente la squadra ormai da
ore in marcia sotto la pioggia. Giunti in vista della
postazione missilistica, effettuammo con estrema
circospezione, una recon con l’intento di individuare la
miglior posizione dalla quale intervenire.
Se fossimo
stati individuati dalla CI presente in loco, avremmo
perso la possibilità di conseguire l’obiettivo.
Avuto il
benestare dall’HQ attaccammo il sito difeso da tre
uomini, ci disponemmo in linea di fronte così da coprire
più zone possibili, badando a non distanziarci troppo
tanto da generare un fuoco compatto.
Il primo ostile fu
centrato da Kuio che aprì le danze, Virus sfruttò
l’ottima copertura offertagli per portarsi in posizione
favorevole e colpire il secondo ostile; così come uno
stormo di uccelli vira all’unisono, i BB sparati da Kuio
e Virus simultaneamente bloccarono il terzo avversario
asserragliato dietro un albero, che centrai dopo pesanti
raffiche...Finitaaa!
OBJ preso, zero perdite da parte
nostra.
Trovammo due rampe missilistiche di cui una sola
alloggiava l’ordigno, l’altro era stato lanciato in
precedenza.
Qui accadde qualcosa che ha
dell’incredibile.
Dovevamo immettere i codici
consegnatici dal colonnello Keope e bloccare il lancio
del missile, due le consolle una per ogni rampa;
valutammo che la cosa migliore da fare fosse quella di
inserire i codici in entrambe le rampe, al massimo non
sarebbe accaduto nulla di preoccupante visto che un
missile era già stato lanciato e quindi non presente in
loco. Digitati i numeri su una delle due consolle,
veniamo avvertiti dall’arbitro che non si tratta di
quella corretta e che l’OBJ era da ritenersi conseguito
al 60%...ancora dobbiamo capire il perchè non abbiano
consentito di inserire i codici su entrambe le rampe,
comunque accettammo a malincuore il verdetto evitando
qualsiasi tipo di polemica.
Le modalità con le quali
abbiamo conseguito l’OBJ seguente denominato “CAPO
VERDE” meritano davvero di essere descritte nei minimi
dettagli; solo gare di alto livello tecnico offrono la
possibilità di impiegare due ore e mezza per raggiungere
un risultato, ma andiamo per gradi.
Arrivati in vista
dell’OBJ Capo Verde, ci rendemmo conto che non sarebbe
stato facile avvicinarsi senza essere scorti.
Le
direttive ci imponevano di non ingaggiare con la CI
attestata su un piccolo rilievo posto al centro di un
bosco, a difesa di una torretta sopraelevata
caratterizzata da 4 simboli (assimilabili alla categoria
della simbologia NATO), disposti sui quattro lati della
stessa. Nostro compito era quello di operare un
avvicinamento in modalità stealth, riportare su carta i
simboli e sparire.
La pioggia intensificò ed una leggera
coltre di nebbia avvolse il bosco, sembrava quasi
impigliarsi tra gli alti fusti degli alberi dando
all’ambiente un tono spettrale. La difesa pattugliava
ogni lato del rilievo ed era impossibile avvicinarsi. Ci
dividemmo con l’intento di ricognire almeno 3 dei 4 lati
della torretta, ma ogni tentativo fallì; la CI non
appena avvertiva qualche rumore si avvicinava con le ASG
in caccia.
Nel frattempo era sopraggiunta la sera e dopo
ore di tentativi finalmente riuscii a ricognire due di
quattro lati della torretta, appuntando i simboli su un
pezzo di carta. Mentre stavo per sganciarmi ecco un uomo
della CI sbucare dalla nebbia e passarmi a due metri di
distanza, avevo indosso il poncho che non è proprio il
massimo per spostamenti silenziosi; se mi avessero
scoperto non avremmo potuto rifiutare l’ingaggio, così
come previsto dal regolamento di gara.
Rimasi
rannicchiato con il viso rivolto verso il terreno umido,
in quel momento non pensavo a nulla, non contavo i
secondi, ne i minuti, ma attendevo solo di udire il
ritmo cadenzato dei pallini impattare sul mio poncho.
Sentii il rumore di un accendino ed altri passi
avvicinarsi: i due uomini della CI scambiavano
impressioni sull’andamento della serata e sul
freddo....deglutii ed attesi, avrei compromesso il
lavoro di due ore e mezza se mi avessero
scoperto…l’attenzione degli uomini fu attirata sul
versante sud del rilievo, da poco sotto il fuoco di
un’altra squadra; lasciarono la posizione di corsa.
Tirai un sospiro di sollievo e tornai dai miei compagni
che erano riusciti a trascrivere gli altri due simboli,
evitando di essere individuati. Era ormai mezzanotte, le
quattordici ore di marcia si facevano sentire, ma molto
ancora c’era da fare.
Raggiungemmo rapidamente altri WP,
posso affermare senza esitazione che un grosso aiuto lo
hanno fornito i tre visori notturni e l’illuminatore IR
da 450Mw, grazie ai quali abbiamo mantenuto un’alta
velocità di marcia nonostante l’oscurità.
Smise di
piovere quando arrivammo in vista dell’OBJ “RAMSES”.
Il
nostro compito era quello di salvare il Dottor Ramses
dall’esecuzione che sarebbe avvenuta di li a poco.
Grazie ai visori ricognimmo l’area, due ostili
parlottavano intorno ad un fuoco a circa 30 metri da
noi.
Accordataci la finestra di ingaggio dal quartier
generale, rimanemmo occultati in attesa dell’arrivo
della Jeep che avrebbe recato in loco il dottore per
l’esecuzione.
Arrivato il veicolo, ne scesero due uomini
ed il dottor Ramses, i due ostili che erano a
riscaldarsi accanto al fuoco afferrarono le ASG; ancora
quattro avversari da fronteggiare e noi come di consueto
in tre.
Aprimmo il fuoco badando a non colpire il
dottore che misi al sicuro dietro una piccola struttura
in cemento, non potevamo rischiare che fosse colpito da
un pallino vagante.
Ottimo il lavoro di Virus e Kuio che
decimarono gli avversari, OBJ conseguito! Il dottore ci
fornì delle coordinate per un obiettivo bonus.
Il freddo
ora penetrava fin dentro le ossa, eravamo bagnati dalla
testa ai piedi e stanchi.
Giungemmo alle 4 di mattina
all’OBJ "CAPO ORO”, anche qui avremmo dovuto acquisire
in modalità stealth i quattro simboli disposti sui
rispettivi lati di una struttura, cosa che facemmo con
successo. Decidemmo di allestire poco distante il
bivacco notturno, erano 18 ore che marciavamo con 20 kg
ciascuno di equipaggiamento, almeno per un’ora avremmo
voluto riposare. Non feci in tempo nemmeno a distendere
il bivvybag a terra, che crollai.
Alle 6 ci mettemmo
nuovamente in marcia verso l’ultimo obiettivo, purtroppo
passammo vicino al campo della contro interdizione che
ci falciò inesorabilmente, prima di soccombere però
portammo con noi sette avversari; ottimo anche qui il
lavoro svolto dai miei due compagni di squadra.
Conseguimmo l’ultimo obiettivo bonus al quale arrivammo
grazie alle coordinate forniteci dal dottor Ramses.
Qui
Kuio e Virus si distinsero particolarmente eliminando i
due avversari, dei quali uno tenacemente asserragliato
dietro un caseggiato diroccato.
Il bilancio di questa esperienza è del tutto positivo:
abbiamo con soli tre uomini conseguito tutti gli OBJ, di
cui alcuni protetti anche da quattro ostili; marciato
per 21 ore zavorrati e acquisito tutti i WP, con l’unica
pecca dell’OBJ della rampa missilistica e qualche colpo
finito sulla Jeep nell’obiettivo del colonnello Keope
che ci ha penalizzato non poco.
Grazie alle marcia
forzata abbiamo ottimizzato i tempi arrivando
addirittura ad esfiltrare due ore prima del previsto,
dormendo un’ora sola ed ingaggiando una sola volta con
la contro interdizione.
Un plauso particolare va ai miei compagni di squadra,
Kuio è davvero un ottimo elemento, senza la sua
competenza cartografica non saremmo arrivati nemmeno al
primo OBJ; aveva addirittura previsto dei WP
supplementari per evitare di percorrere inutili salite
che ad altro non sarebbero servite che a sfiancare la
squadra.
Virus è il fiore all’occhiello e si è rivelato davvero fondamentale in molte
occasioni che in un primo tempo sembravano condurci in
un vicolo cieco.
Un grazie va anche ai Dragonforce per
aver condotto magistralmente l’evento. Un saluto a tutti
i Club partecipanti tra cui anche gli amici della II
Legio Augusta ed i Vipers di Grosseto.
Siamo già carichi per la prossima 24H! Hooah!
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